A cavallo tra Sette e Ottocento, in Italia il principale
protagonista della vaccinazione contro il vaiolo fu Luigi Sacco, che
trovò una fonte autoctona di linfa vaccinale, con cui trattò
personalmente più di 500.000 persone e fornì tutta l'Italia, oltre ad
alcuni paesi del Medio Oriente. In diversi testi, il medico lombardo
difese la vaccinazione anche da un punto di vista teorico, sostenendo
che la medicina era obbligata ad accettare l'efficacia del vaccino in
nome della sua utilità, anche senza teorie scientifiche in grado di
spiegare il meccanismo fisiologico dell'immunità acquisita. Sacco creò
inoltre quattro modelli in cera tridimensionali raffiguranti le varie
forme della malattia, mostrando la specificità delle pustole del vaiolo
nelle mucche, nei cavalli, nelle pecore e nell'uomo: strumenti non solo
per la didattica, ma anche e soprattutto per la pratica medica, sono
tutt’oggi conservati al Museo Morgagni di Anatomia Patologica.
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Evento gratuito del ciclo "wellCAM - i musei si raccontano", ogni venerdì a Palazzo Cavalli. Scopri il calendario completo sul sito: www.musei.unipd.it
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