Oltre a essere uno degli scrittori che nell’ultimo ventennio hanno meglio raccontato il Nordest, Romolo Bugaro è anche un avvocato che conosce da vicino, per lavoro, le traiettorie 
di ascese e fallimenti nella nostra società. A lui il Teatro Stabile del
 Veneto ha dunque affidato il compito di portare sul palcoscenico una 
riflessione sul sistema bancario veneto e sulla sua crisi. Quella che un
 tempo era la locomotiva d’Italia ha assistito alla dissoluzione dei 
suoi più importanti istituti di credito, spazzati via da una serie di 
errori di gestione e inchieste giudiziarie. Un colpo molto duro per 
l’identità collettiva di una regione come il Veneto. Lo tsunami che ha 
investito famiglie e aziende è stato talmente distruttivo e violento da 
lasciare dietro di sé una desolazione senza fine. Per raccontarla 
l’autore affida al regista cinematografico Alessandro Rossetto,
 noto per “Piccola patria”, una trama che osserva la vicenda dalla parte
 dei “cattivi”: i signori della finanza, convinti di essere al di sopra 
della legge, e la schiera dei beneficiati, pronti a voltare le spalle 
agli ex potenti in disgrazia.
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