Prato della Valle

Prato della Valle a Padova è una delle più scenografiche piazze al mondo, e con i suoi 90.000 metri quadrati una delle più grandi d'Europa.

Prato della Valle

Prato della Valle è una delle più scenografiche piazze al mondo e con i suoi 90.000 metri quadrati è una delle più grandi d'Europa.

È uno dei luoghi più attivi e vitali di Padova, molto frequentata dai padovani, che la utilizzano per passeggiare, pattinare, per un momento di relax e per prendere il sole nei suoi prati.

Ogni sabato si tiene un mercato tradizionale con oltre 160 banchi e ogni terza domenica del mese si svolge il mercatino dell'antiquariato. La piazza viene spesso utilizzata per ospitare eventi e concerti ed è grandioso palcoscenico dei tradizionali fuochi d'artificio di Capodanno e Ferragosto.

Dopo un lungo periodo di degrado negli anni Ottanta, il "Prato" ha subito un processo di riqualificazione negli anni Novanta, ed è ora uno dei fiori all'occhiello della città.

In origine la zona ospitava un teatro romano, poi ridotto a palude; la piazza fu progettata nella sua forma attuale nel 1775 dall'abate Domenico Cerato, professore di architettura dell'Università di Padova, su commissione di Andrea Memmo, procuratore veneziano della città. In suo onore, l'isola ellittica situata al centro della piazza si chiama Isola Memmia.

L'isola è tagliata da due viali perpendicolari, ombreggiati da una quarantina di piante di acero riccio, che si raccordano con la piazza attraverso 4 ponti: il Ponte Nord, i due ponti degli obelischi e il Ponte dei Papi.

Sotto quest'ultimo, così chiamato per le 4 statue di papi che lo ornano, entrano e fuoriescono le acque del Canale Alicorno, che alimentano lo scenografico canaletto che circonda l'isola.

Al centro dell'isola sono presenti 16 vasi ornamentali e una fontana circondata da panchine in pietra d'Istria, inaugurata nel 1926.

L'isola Memmia è decorata da 8 obelischi e da una doppia fila di 78 statue realizzate in pietra di Costozza, dedicate ai personaggi più illustri della città, i notabili, padovani di nascita o d'adozione.

Questi includono, tra gli altri, il mitico fondatore Antenore, Tito Livio, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto, Andrea Mantegna, Francesco Petrarca e Galileo Galilei. In origine le statue erano 88, ma quelle raffiguranti dei Dogi di Venezia furono distrutte dai soldati dell'esercito napoleonico nel 1797. Le statue sui ponti est e ovest sono state sostituite da obelischi mentre sul ponte nord rimangono due piedistalli vuoti.

Altre statue, danneggiate dagli agenti atmosferici sono state sostituite o rimodellate. La statua del marchese Poleni, scolpita da Antonio Canova nel 1780 è stata spostata nei Musei Civici Eremitani e sostituita da una copia realizzata da Luigi Strazzabosco.

Loggia Amulea

La Loggia Amulea è un affascinante palazzo in stile neogotico, costruito all'inizio del Seicento dal Cardinale Marco Antonio Da Mula, per ospitare i giovani nobili che studiavano presso l'Università di Padova.

Nel 1822 l'edificio fu devastato da un incendio, e venne in seguito ricostruito completamente, sul modello degli edifici veneziani dall'ingegner Eugenio Maestri.

La facciata del palazzo è caratterizzata da un elegante doppio loggiato, costituito da nove archi acuti per piano, riccamente decorati. Il secondo piano è chiuso da un cornicione su cui si appoggia una merlatura barocca. Tra le arcate al piano terra si trovano le statue di Dante e di Giotto, opera dello scultore svizzero Vincenzo Vela.

Dal 1909 al 1989 la Loggia Amulea è stata sede dei Vigili del Fuoco di Padova, mentre attualmente ospita alcuni uffici comunali. Nella grande sala al primo piano di tanto in tanto vengono celebrati i matrimoni civili.

Palazzo Zacco

Poco più a sud, nell'angolo occidentale del Prato della Valle, si trova Palazzo Zacco o "degli Armeni", oggi sede del Circolo unificato delle Forze Armate.

L'edificio fu commissionato nel 1550 da Marco Zacco all'architetto Andrea Moroni, e fu ultimato nel 1557.

Nel 1839 il palazzo venne ceduto alla "Congregazione Armena" che vi istituì un collegio destinato ad ospitare i giovani armeni iscritti all'Università di Padova, detto "Collegio Moorat".

La facciata è realizzata in pietra chiara. Il portico è suddiviso in sette arcate sostenute da pilastri che presentano una leggera bugnatura. Il piano nobile ha tre poggioli sulla facciata, più un quarto affacciato su Via Cavalletto, da cui partono alte finestre.

Il secondo piano è invece aperto da piccole finestre quadrate e si conclude con un cornicione, coronato da un suggestivo gioco di lunette ed obelischi di varie dimensioni.

EX Foro Boario

A sud del Prato è possibile notare l'ingresso dell'ex Foro Boario, realizzato nel 1913 su progetto di Alessandro Peretti.

La struttura fu realizzata sull'area un tempo occupata dalla Chiesa della Misericordia e da un Convento di monache Benedettine, entrambi distrutti all'inizio dell'Ottocento.

Il complesso è composto da due grandi edifici, raccordati da due porticati che confluiscono nella grande struttura monumentale detta Avancorpo, che consente l'accesso attraverso un grande arco a tutto sesto.

Ai lati dell'arco, 4 colonne con capitelli ionici sorreggono un grande timpano, che decorato con un altorilievo intitolato "Scene del Mercato", opera dello scultore padovano Antonio Pennello.

Il complesso includeva servizi veterinari, una banca, gli uffici del telegrafo e la sala ristorazione, e rimase in funzione fino all'inizio degli anni Settanta.

Oggi la zona è al centro di un progetto di recupero e valorizzazione. Nell'angolo sud-orientale della piazza si trova e la Basilica di Santa Giustina, dedicata alla prima martire della città, costruita tra la fine del Quinto e l'inizio del Sesto secolo.

Palazzo Angeli

Nell'angolo con Via Umberto I, si trova Palazzo Angeli, risalente alla fine del Sedicesimo secolo.

Nel Settecento il palazzo era la dimora di Andrea Memmo.

Tra gli ospiti illustri figurano Giacomo Casanova e Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, che da qui creò una veduta panoramica di Prato della Valle.

Il piano terra è dotato di un grande porticato strutturato su tre archi. Il Piano mezzanino è alleggerito da una serie di finestre strette e da una trifora, mentre il Piano nobile ha al centro una caratteristica polifora composta da cinque archi separati da colonne.

L'ultimo piano del palazzo, dal 1998, è sede del Museo del Precinema.

Basilica di Santa Giustina

La Basilica di Santa Giustina è una delle Chiese più grandi del mondo Cristiano, e uno dei massimi capolavori dell'architettura rinascimentale. Si affaccia sul grande spazio aperto di Prato della Valle e conserva le reliquie di San Luca Evangelista.

Le sue origini sono molto antiche: un primo edificio venne eretto dopo l’Editto di Milano del 313 per custodire il sepolcro di Santa Giustina Martire e fu in seguito ricostruito dal patrizio Opilione nel quinto secolo.

Di questa Basilica, rovinata dal terremoto del 1117, sopravvive il Sacello di Santa Maria, esempio di tarda arte paleocristiana databile al 450-510, nel quale è custodito il sepolcro di San Prosdocimo, primo Vescovo di Padova: si tratta di un’abside chiusa da una pergola formata da quattro esili colonne in marmo greco sovrastate da un architrave con un arco centrale.

L'attuale Basilica romano-gotica fu ricostruita nel sedicesimo secolo ad opera di vari architetti, ma fu soprattutto l'apporto del bergamasco Andrea Moroni a risultare determinante.

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Padova (PD), Veneto, Italia
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